Gli ordini mendicanti

«La provedenza (...) due principi ordinò in suo favore,

che quinci e quindi le fosser per guida»

(Dante, Paradiso)

Nell'insieme delle corporazioni medievali rientra anche un tipo particolare di organizzazione religiosa che è quella degli ordini mendicanti il cui luogo di abitazione è il convento. Mentre i monaci scelsero luoghi solitari e lontano dalla gente, i conventi sorsero nel cuore delle città, a condividere in tutto le difficoltà degli uomini di quei tempi.

In questi ordini è quanto mai evidente il legame di fraternitas che accomuna tutte le corporazioni medievali, tanto che i monaci si considerano fratelli fra di loro oltre che di tutto il resto della cristianità. Il modello del convento medievale è del tutto in continuità con quello del monastero precedentemente ideato da Benedetto da Norcia. Esso doveva essere infatti economicamente autosufficiente e per essere tale si serviva dell'autoproduzione per il sostentamento di chi vi abitava; quindi erano i monaci a dedicarsi all'agricoltura, all'allevamento e alla lavorazione delle materie prime.

Probabilmente proprio questa autosufficienza ha permesso ai conventi di rimanere, anche durante gli anni più bui di guerre e carestie, dei punti di riferimento per contadini e pellegrini che sapevano di potervi trovare ospitalità.

Per questo i conventi divennero anche dei centri importanti per quanto riguarda la cultura medievale e per la diffusione di quella classica antica, infatti il mantenimento di una condizione economica favorevole ha fatto sì che i monaci potessero dedicarsi a quella che è stata la loro opera più importante ovvero la copiatura e la conservazione degli scritti classici e antichi riuscendo a far arrivare fino a noi i più importanti fra di essi.

Inoltre, non è da sottovalutare il ruolo che gli ordini mendicanti hanno avuto nella formazione degli ospedali e nello sviluppo delle università, che sono le altre corporazioni di cui tratta questa sezione.

Tutti gli ospedali erano, infatti, gestiti prima dai monaci e poi dai frati che avendo il servizio e l'umiltà come ideali da seguire erano fra i pochi che si "degnassero" di prendersi cura dei malati.

Nelle università il contributo degli ordini mendicanti e dei religiosi in senso lato fu di primaria importanza poiché all'interno di esse era presente la figura del chierico ovvero dello studioso che prendeva gli ordini minori per poter condurre indisturbato le sue ricerche senza curarsi di svolgere un'ulteriore attività per trarne sostentamento. Spesso questi chierici erano vaganti cioè si spostavano di città in città studiando o insegnando nelle università. Essi potevano anche fare parte degli ordini mendicanti, ad esempio i domenicani erano dediti allo studio e alla preservazione della cultura.

Un esempio di grande studioso medievale domenicano fu Tommaso d'Aquino; ciò dimostra che pur essendo la cultura più autonoma da tematiche religiose, gli ordini mendicanti in questione - e non solo quelli - continuavano a rivestire un ruolo di protagonisti nello sviluppo del sapere.

Proprio il già citato Tommaso d'Aquino fu uno dei maggiori esponenti della Scolastica ovvero della principale corrente filosofica cristiana medievale. La Scolastica si basa principalmente sull'aristotelismo e le sue dimostrazioni derivano dalla dialettica aristotelica. Infatti, quando si definisce la scolastica come filosofia cristiana non significa che essa basi i propri principi su dogmi incontestabili, infatti i filosofi di questa corrente ricavano le loro conclusioni da ragionamenti in tutto e per tutto razionali, semplicemente esse riguardano temi tipici della religione cristiana infatti molti dei filosofi scolastici erano ecclesiastici.

Il nome Scolastica fu dato a questa filosofia dopo il medioevo dagli umanisti che la consideravano troppo dipendente dalla teologia. Il nome deriva dal termine scholasticus che indicava i maestri delle discipline superiori insegnate nelle università.

Un altro grande filosofo su cui si basa la scolastica è Agostino D'Ippona molto caro allo stesso Tommaso. La teologia scolastica può esser definita nel modo migliore con le parole di Anselmo: Fides quaerens intellectum. È suo compito comprendere con l'aiuto della ragione le verità rivelate, chiarirle e difenderle contro obiezioni, raccogliere infine le singole verità e ricavare da esse tramite il pensiero deduttivo nuove verità.


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