Le narrazioni epiche

«Il conte Orlando giace sottesso un pino e verso Spagna egli ha rivolto il viso: 

di molte cose a ricordar gli prese, di tante terre ch'egli, il baron, conquise, 

di dolce Francia e della sua famiglia, di Carlo Magno, 

suo sir, che lo nutrì; (...)»

(La chanson de Roland)

Ai testi dell'antichità classica, copiati e miniati dagli amanuensi, si aggiunsero, dopo il Mille, racconti di recente 'invenzione', ma ancorati a riferimenti storici, prima tramandati oralmente e poi trascritti nei nuovi idiomi romanzi o in una delle lingue neo-nate dal ceppo germanico o scandinavo o slavo. Le lingue e le letterature che si sviluppano nel cuore del Medioevo sono favorite da fattori storici di un certo rilievo.

Nell'VIII e IX secolo, la lingua principalmente parlata in Europa occidentale era il latino. Nell'813 avvenne una svolta incredibile. In quell'anno si tenne il Concilio di Tours, voluto da Carlo Magno, grazie al quale nacquero le lingue romanze (termine derivante da romana lingua, ovvero lingua derivata dal latino). Questo concilio stabilì che, durante le celebrazioni religiose, la liturgia rimaneva in latino, ma l'omelia doveva essere predicata in volgare. Da questo momento sempre più persone imparavano nuove lingue a sfavore del latino.

Pochi decenni dopo, nell' 842, venne scritto il primo documento ufficiale in lingua romanza. Si tratta del famoso Giuramento di Strasburgo, un giuramento di fedeltà tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, che venne letto dai due fratelli davanti ai rispettivi eserciti sia in lingua romanza (volgare francese), sia in lingua teudisca (volgare tedesco).

Esaminando la storia della lingua francese, un altro fatto storico successivo, ma fondamentale, avvenne probabilmente durante la crociata contro gli albigesi. In quel periodo, dal punto di vista linguistico, la Francia era divisa in due aree linguistiche: il nord parlava la lingua d'oil e il sud la lingua d'oc. Durante questa crociata la lingua del nord prevalse su quella del sud. Gli albigesi, chiamati anche catari, erano considerati degli eretici da eliminare e la loro eresia si sviluppò soprattutto in Occitania, una regione del sud della Francia. Papa Innocenzo III radunò dunque un esercito proveniente dall'Ile-de-France, una regione settentrionale, per marciare contro la Linguadoca, il cui nome sta ad indicare che in quella regione meridionale la lingua parlata era quella d'oc. L'esercito crociato raggiunse la regione interessata e, dopo una serie di battaglie svolte tra il 1209 e il 1211, gli eretici vennero massacrati. Il nord prevalse sul sud e di conseguenza la lingua d'oil prevalse su quella d'oc. Infatti il francese moderno è nato dall'evoluzione della lingua d'oil, mentre la lingua d'oc è diventata un dialetto di minore importanza parlato in poche regioni.

La nascita della lingua nazionale inglese è dovuta a un insieme di influenze di vari popoli che hanno varcato i confini britannici durante la storia. I primi furono i Celti (700 a.C. - 55 a.C.), poi vennero i Romani che portarono il latino (55 a.C. - 409 d.C.), gli Anglo Sassoni (la parola Angle-land si trasformò in England, cioè Inghilterra), I Vichinghi e infine i Normanni. Un altro importante fatto da ricordare è la battaglia di Hastings. Essa ebbe luogo il 14 ottobre 1066 a circa 13 km da Hastings, tra le truppe di Aroldo II, re degli Anglosassoni, e Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia. Il vincitore fu Guglielmo e i Normanni conquistarono l'Inghilterra. Questa sconfitta fu fondamentale per la lingua inglese, che venne fortemente influenzata dalle forme linguistiche francesi utilizzate dai Normanni. Un'influenza ancora oggi presente in alcune parole inglesi.

In Spagna invece lo sviluppo linguistico è principalmente legato alla Reconquista. Con questa impresa gli stati iberici cristiani ebbero l'obiettivo di liberare la penisola dal dominio arabo. I regni che presero parte alla battaglia furono i piccoli stati del nord della penisola Iberica: I Regni di Castiglia, di Lèon, di Navarra, di Aragona e la contea di Barcellona. Tra il 1085 e il 1212 ci furono una serie di battaglie che portarono alla vittoria degli stati cristiani. A trarre più vantaggio dalla Reconquista fu il Regno di Castiglia, che fu protagonista di una grande espansione, mentre gli altri stati rimasero di dimensioni medio-piccole. Per questo motivo oggi il castigliano è la lingua principale in Spagna, mentre ad esempio il basco (derivante dal Regno di Navarra) e il Catalano (derivante dal Regno di Aragona) rimangono dialetti minori.


In Spagna

Per quanto riguarda l'epica spagnola, il personaggio principale è sicuramente il Cid Campeador.

La storia del Cid Campeador, cantata dai poemi epici, benché non abbia sempre basi rigorosamente storiche, narra le vicende epiche di Rodrigo Díaz, grande condottiero alle prese con i turbolenti potentati della Spagna del XII secolo.

Poche figure sono state oggetto di controversia come il Cid Campeador, eroe della Reconquista spagnola nel Medioevo. Citato da poche fonti storiche, reso leggendario dal Cantar de mio Cid, celebre poema del 1140 circa che ne esaltava il coraggio sullo sfondo della turbolenta penisola iberica divisa tra potentati islamici e principi cristiani in cerca di potere e di gloria, di Rodrigo Díaz si è messo in dubbio la stessa esistenza.

Oltre a raccontare vicende probabilmente inventate, il poema rappresenta l'ideale di nazione unificata. Difatti al centro del Cantar de mio Cid si trova la Reconquista, la leggendaria impresa che ha portato alla creazione di uno stato unico spagnolo.


Nell'area tedesca

Il canto dei Nibelunghi è un poema epico germanico, ispirato a poemi precedenti andati perduti, composto da un autore austriaco a noi sconosciuto (o da più autori) in anni medievali difficili da precisare, ma che di solito si collocano intorno al 1190-1204. L'opera ci è giunta, anonima, in tre diverse redazioni, che sono state scritte in tedesco medio alto, vale a dire nella lingua parlata nella Germaina meridionale dall' XI al XV secolo. In questo grande poema epico confluiscono vicende e personaggi provenienti da epoche e Paesi diversi, da tradizioni differenti anche molto antiche, che il poeta o i poeti creatori del canto hanno raccolto, fuso e rielaborato. Perciò vi si trovano personaggi storici come il re Gundhari, come Attila, re degli unni vissuto nel V secolo, o Teodorico re degli Ostrogoti.

Il canto dei Nibelunghi appare dunque come l'insieme di materiali epici molto differenti, visto che contiene elementi mitologici ( i nani, i Nibelunghi, le magie e gli incantesimi) assieme a personaggi reali di epoche molto antiche e sanguinarie, che vivono accanto a cavalieri raffinati e dame eleganti di secoli più recenti. Il poema assume la forma di un grande racconto di guerre tra popoli e di duelli tra cavalieri, ma insieme a questa componente c'è in esso una sorta di amore tra Sigfrido e l'incantevole principessa Crimilde. Il titolo prende il nome dai Nibelunghi, che sono nella mitologia Germanica creature demoniache, proprietarie di un grande e misterioso tesoro di cui riesce ad impadronirsi nel corso delle vicende l'eroe Sigfrido, re del Nederland ( che è l'odierna Olanda); quando Sigfrido riesce a diventare anche re dei Burgundi, una popolazione germanica dell' alto Medioevo, i nomi dei due popoli cominciano a identificarsi, per cui i Burgundi diventa nel corso del lungo poema una cosa sola con gli antichi Nibelunghi.


In Inghilterra

Between the 5th and 6th centuries Jutes, Angle and Saxon settled to Britain. Their society was founded on loyalty to the family, or to the clan, and the centre of communal life was the hall, where people gathered.

While the Romans had introduced Christianity to Britain, the Anglo-Saxon partly reintroduced the Paganism so Pope Gregory I sent a monk, Augustine, to bring Christianity back to Britain.

As a consequence of Christianisation, the monasteries became important cultural centers especially the one in Lindisfarne founded in 635, where the monks produced illuminated gospels, which are now on display at the British Library in London.

In 685 a new monastery was founded on the River Tyne at Jarrow where the scholar Venerable Bede wrote The Ecclesiastical History of English People, which was completed in 731. Bede used the word "Angle-land" for the first time and applied some chronology to the birth of the country. That's why he's regarded as "The father of English history".

The battle of Hastings brought a deep political, social and cultural transformation: many Anglo-Saxon nobleman died in battle, were exiled or dispossessed of their lands. Two groups of Englishman remained: the townspeople and the churchmen of lower levels.

The feudal system was established: the new French barons obtained their lands by becoming king's tenants and they paid their rent in military services. They built castles to demonstrate and keep their power. The barons were allowed to sub-let their land to lesser tenants called knights in return for their services. The military services given by the barons and knights, and the agricultural labor given by the peasants, guaranteed security and food, and so peace and prosperity.

William the Conqueror claimed to be the lord of the land and his central authority became stronger. That power was demonstrated by the Domesday Book (1086), a record of survey which gave to the king detailed information about the land he possessed; it was also used for collecting the geld, or property tax. The English called the book Domesday because they felt it was like having their souls weighed up on Judgment day. The book listed the different types of land and their use, the number of productive people and their status and animals. It showed England as a rich and developed agricultural country.

The Normans replaced English with French as the language of government and elite. Latin remained in legal, administrative, ecclesiastical and intellectual contexts, while English survived in everyday speech.


In Francia

Sugli ideali della cavalleria si basano i racconti dell'epica carolingia meglio noti con il termine collettivo di ciclo carolingio a indicare le cosiddette chansons de geste. Si tratta di narrazioni in versi decasillabi, dapprima tramandati oralmente e poi, a partire dall'XI secolo, consegnati alla scrittura in una serie di redazioni per lo più anonime. Il racconto più famoso è la Chanson de Roland, paladino di Carlo Magno, valoroso guerriero che, vittima del tranello ordito dal perfido traditore Gano di Maganza, difende eroicamente la dolce Francia e la fede cristiana dall'assalto dei Mori e per questi alti ideali sacrifica la vita. La sua morte è paragonabile a quella di un martire e come tale è celebrata nella chanson de geste.

Dal punto di vista stilistico l'opera porta evidenti i segni della sua origine orale: in primo luogo la divisione in lasse cioè strofe di versi decasillabi con assonanze che ne rendono facile la memorizzazione; inoltre la frequenza di formule fisse che connotano i personaggi principali e li rendono riconoscibili pur nel variare delle situazioni; infine i numerosi appelli al pubblico per richiederne l'attenzione o le invocazioni alla Vergine e ai santi affinché ispirino il narratore.

E, infatti, il pubblico a cui si rivolgono le chanson de geste è il più vario ed eterogeneo, non necessariamente quello delle corti. Sono quasi sempre i giullari, veri professionisti dello spettacolo, a raccontare le storie del ciclo carolingio. Verso la fine dell'XI secolo, come si è detto, tali storie sono scritte. Per esempio della Chanson de Roland si conoscono diverse redazioni, la più antica risale forse al 1075 e porta alla conclusione il nome di Turoldo come autore.

Quello delle chanson de geste è un ideale guerriero, fondato sui valori militari e cavallereschi, che subisce una evoluzione nella direzione di una maggiore raffinatezza ed eleganza. In altri termini, durante il XII secolo ai valori cavallereschi si aggiungono quelli cortesi di gentilezza e nobiltà d'animo, sviluppatisi nelle corti del sud della Francia, ed espressi dalla poesia dei trovatori.


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