Il cantiere delle cattedrali

«Non alla pietra tocca fissare il suo posto, ma al Maestro dell'Opera che l'ha scelta»

(Paul Claudel, L'annuncio a Maria)

«La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta pietra angolare» 

(Vangelo secondo Matteo, 21, 42). 

La costruzione delle cattedrali portò alla formazione di figure professionali specializzate ed evolute tecniche murarie che vengono scambiate fra i costruttori e anche sperimentate nei cantieri.

La bellezza e il fascino che le cattedrali esercitano anche oggi su di noi è dovuto anche all'armonia tra le stesse e la loro funzione. L'artista medioevale si preoccupava, soprattutto, dello scopo e dell'utilità della sua creazione che, in questo caso, serviva da luogo di culto e, quindi, si legava ai bisogni locali. Questo non solo per la struttura dell'edificio ma anche per le sue decorazioni, infatti ogni dettaglio ornamentale era subordinato e in armonia con un dettaglio architettonico; gli ornamenti raffiguravano sia elementi naturali, sia soggetti della tradizione sacra, sia motivi geometrici, proprio a testimonianza del ruolo della cattedrale come "summa" nella quale veniva racchiuso tutto il mondo dell'uomo medievale.

L'opera doveva rispettare rigidi canoni e prescrizioni di ordine esteriore e tecnico e esigenze dovute alla tradizione. Nonostante questo, gli artisti hanno saputo evitare di cadere nel luogo comune, infatti, non ci sono due statue uguali fra di loro. L'artista compiva una grande ricerca sui materiali da usare, che potevano essere innumerevoli, e anche sull'ubicazione dell'opera. Ogni artista lavorava un materiale diverso e lo faceva attraverso tecniche studiate appositamente per esaltarlo al meglio. L'orafo non imitava lo smaltista che, a sua volta, non imitava il miniaturista. Uno degli aspetti più importanti dell'arte medievale è la cura dedicata alla composizione dell'opera. Per quanto riguarda la costruzione delle cattedrali la pietra e il marmo furono i protagonisti e rimpiazzarono il legno, che continuò ad essere usato per le impalcature o per elementi come le travi e le capriate. Il marmo veniva prelevato spesso dalle rovine di Roma, per ricercare una continuità storica con l'antichità romana. Inoltre, dal XI secolo si iniziarono a produrre tegole e mattoni di dimensioni diverse da quelli romani in fornaci all'interno dei cantieri.

Nella scultura l'essere era sorpreso nei suoi atteggiamenti più umani e naturali e attraverso il movimento gli veniva infusa la parvenza di un'anima. L'artista medievale era un'artista completo: l'architetto lavorava nel cantiere come un capomastro, il pittore e il maestro vetraio sapevano tutto del dosaggio dei colori che spesso preparavano loro stessi. Nonostante il loro grande genio artistico, la maggior parte delle opere sono anonime e noi non possiamo dare un'identità al loro creatore. Questo perché nel Medioevo si riteneva che l'artista fosse un artifex, cioè un artigiano, il quale viveva in una comunità e le cui opere servivano al bene della comunità ed erano create per la comunità e con essa per la glorificazione di Dio. L'autocoscienza dell'artista si svilupperà successivamente, soprattutto con la diffusione dell'Umanesimo che esalta la dignità dell'uomo e del suo genio creativo. Nel caso delle cattedrali l'artifex era l'architetto, indicato anche come magister, aedificator o fabricator, il cui compito era più simile a quella dell'odierno capomastro. Questa figura professionale acquisterà la consapevolezza della propria importanza con la nascita dei Comuni. Già in epoche precedenti erano presenti testimonianze dell'identità degli artisti. Nell'Altomedioevo si trattava principalmente di firme, come quella di Paganus nel "tempietto longobardo" di Cividale o quella di Vuolvinio, l'autore dell'altare della basilica di Sant'Ambrogio a Milano.

Si possono trovare anche raffigurazioni di architetti con squadra e compasso che si differenziano dai muratori nei bassorilievi. Nel Duecento essi verranno ricordati attraverso lapidi tombali come quella di Hugues Libergier, in cui è rappresentato con in mano il modello della chiesa che aveva progettato e la verga. Con il tempo la figura dell'architetto si trasformò diventando assimilabile a quella di un "magister operis" e il suo compito fu sempre più limitato alla progettazione dell'edificio.

Un'altra figura molto importante era quella del committente, che spesso era preminente rispetto a quella dell'architetto, infatti, erano i committenti ad essere raffigurati con il modello della chiesa o davanti all'edificio in costruzione. Questo perché la costruzione di un edificio ha sempre avuto un significato anche politico oltre che artistico, perché gli edifici sono dei segni che rimangono nel tempo e si riteneva anche che partecipare alla costruzione di un edificio religioso garantisse un posto in Paradiso.

Oltre all'architetto e al committente, c'erano molti altri lavoratori organizzati secondo una rigida gerarchia e divisi in tre grandi categorie: maestri, garzoni, manovali; i quali rischiavano spesso la propria vita a causa dei frequenti incidenti nel cantiere.

Una delle tante figure professionali era quella del tagliapietre, che si occupava di sgrossare la pietra, affiancato dal carpentiere che lavorava il legno e costruiva i modelli per l'architetto. I manovali svolgevano molti incarichi diversi a seconda delle disposizioni degli operai specializzati. Tagliapietre e carpentieri avevano una paga più alta di quella dei manovali e potevano aspirare a diventare imprenditori o architetti. I muratori si occupavano della preparazione della calce e del gesso e saldavano le pietre grazie a un alto livello di conoscenze e abilità pratiche. Il ruolo dello scultore crebbe e non fu più subordinato alla struttura architettonica.

La cattedrale non fu l'unico edificio a presentare le caratteristiche tipiche del Gotico; anche i monasteri dei frati cistercensi adottarono spesso le innovazioni di questo nuovo stile architettonico a testimoniare come il Gotico corrispondesse a una rivoluzione anche del pensiero comune, infatti sia le chiese che i conventi, pur avendo funzioni diverse, furono influenzati da esso. Nonostante l'austerità e la semplicità, i monasteri cistercensi mantengono le proporzioni tipiche del Gotico come il rapporto agostiniano 1:2.

La cattedrale si inseriva in un tessuto urbano più ampio in cui gli uomini vivevano i vari momenti della loro esistenza quotidiana. Nelle città medievali vi erano quindi altri edifici e luoghi pubblici che si affiancavano per dimensioni imponenti e per importanza alle cattedrali. Questi erano le sedi delle istituzioni comunali nascenti e la piazza del mercato. Proprio la diffusione delle libertà comunali fece in modo che l'attività di edilizia pubblica si aggiungesse a quella religiosa e che le città si trasformassero in veri e propri cantieri a cielo aperto. I riferimenti ideologici, politico e morale, della città medievale diventarono il centro fisico della città attorno al quale si organizzavano gli spazi della vita cittadina. Per l'uomo medievale una città non poteva essere considerata tale se non era la sede di un vescovo ed era differenziata dalla campagna circostante dalla cinta muraria esterna. Le mura non erano viste solo come elemento di difesa con le loro alte torri ma anche come simbolo di appartenenza alla comunità civica, simbolo della fermezza della fede, della concordia civica e del buon governo. Anche la difesa della fede era considerata fondamentale e quindi sulle mura spesso sono rappresentati i santi e la Vergine.  

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